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Aritmie Cardiache
11/07/2016

 

Un cuore che batte troppo velocemente o troppo lentamente o con un ritmo irregolare è la spia di un disturbo molto diffuso nel mondo occidentale: l’aritmia cardiaca. Uno stile di vita sano e una corretta diagnosi sono fondamentali per prevenire e, quando necessario, curare questa patologia.

 

L’aritmia è un disturbo del ritmo o della frequenza cardiaca (cioè del numero dei battiti al minuto) e può scatenarsi per l’alterazione di una qualunque parte del circuito elettrico interno del cuore, attraverso il quale viaggiano gli impulsi che determinano la contrazione delle fibre muscolari. Le cellule che compongono questo sistema elettrico sono le stesse che controllano il ritmo e la velocità dei battiti cardiaci. La maggior parte delle aritmie sono innocue ma a volte possono impedire al cuore di riempirsi adeguatamente e di svolgere la sua funzione di “pompa” del sangue in circolo con il conseguente danneggiamento di organi quali, ad esempio, il cuore stesso, i reni o il cervello.

Tra le principali aritmie troviamo:

 

  • Extrasistoli: Sono le più comuni, quasi sempre innocue e spesso asintomatiche. Si verificano anche nelle persone del tutto sane e sono frequenti quando si soffre di alcune cardiopatie. Ma possono essere provocate anche dallo stress e dall’assunzione eccessiva di bevande contenti caffeina.

 

  • Aritmie sopraventricolari: le più frequenti sono la fibrillazione atriale, il flutter atriale, la tachicardia parossistica sopraventricolare e la sindrome di Wolff-Parkinson-White.

 

  • Aritmie ventricolari: hanno origine nei ventricoli e possono rappresentare una vera e propria emergenza medica. Le più frequenti sono la tachicardia ventricolare e la fibrillazione ventricolare.

 

  • Bradicardia: E’ caratterizzata da una frequenza cardiaca inferiore ai quaranta-cinquanta battiti al minuto impedendo, in alcuni casi, che arrivi poco sangue al cervello e causando così improvvise perdite di coscienza. Tipica nei soggetti che praticano sport agonistici, non rappresenta in questo caso motivo di preoccupazione.

 

 

Le cause che scatenano le aritmie cardiache possono essere molteplici. Solo per citarne alcune: l’alterazione degli elettroliti nel sangue (in particolare il potassio e il calcio), lo scompenso cardiaco e l’infarto del miocardio, le alterazioni della funzionalità tiroidea ma anche stress eccessivo, ipertensione, diabete, abuso di alcol e caffeina, uso di droghe e fumo.

 

 

I sintomi tipici dell’alterazione del ritmo del cuore sono la sensazione di avere “il cuore in gola”, battiti più veloci e più lenti del normale o sensazione di battito irregolare (sensazione che il cuore perda colpi o smetta di battere per qualche secondo), affanno, senso di debolezza e talvolta vertigini o svenimenti.

Si tratta di “campanelli di allarme” per i quali è opportuna una visita specialistica.

 

Il cardiologo per effettuare una corretta diagnosi indicherà gli esami da effettuare e successivamente la terapia farmacologica o gli interventi più adeguati in base al tipo di problematica. Per le tachiaritmie può essere indicato l’uso di farmaci antiaritmici o in alcuni casi si eseguono esami di approfondimento più invasivi (come lo Studio Elettrofisiologico) seguite eventualmente da procedure di ablazione transcatetere. Le tachiaritmie sopraventricolari a volte possono essere interrotte o rallentate attraverso manovre vagali (che attivano cioè il nervo vago, che funge da freno) che i pazienti possono eseguire in autonomia sotto indicazione del medico. Per le bradicardie, nei casi più gravi, in genere si ricorre all’impianto di un pacemaker che supplisce al lavoro del sistema elettrico del cuore non più funzionante. La tachicardia e la fibrillazione ventricolare rappresentano, in molti casi, una vera e propria emergenza medica, per la quale può essere necessario un intervento immediato con il defibrillatore. Alcuni pacemaker fungono anche da defibrillatore (ICD, defibrillatore cardiaco impiantabile); vengono in genere riservati ai pazienti sopravvissuti ad un arresto cardiaco causato da un’aritmia maligna o a quelli ad alto rischio di questa evenienza; questi dispositivi  eseguono il  monitoraggio continuo del battito cardiaco; quando rilevano un’aritmia ventricolare maligna, erogano una scarica elettrica che la interrompe immediatamente

 

Fondamentale quando si parla di aritmie è attuare misure di prevenzione per mantenere in buona salute il cuore. In questo modo si potranno tenere lontane alcune delle cause, quali l’ipertensione o la cardiopatia ischemica, che possono scatenare questa patologia. Uno stile di vita sano dunque, che prevede un’alimentazione equilibrata, attività fisica regolare, controllo del peso corporeo e del tasso di colesterolo nel sangue; dire addio inoltre alla sigaretta e imparare a gestire ansie e stress tipici della vita di tutti i giorni. In caso di dubbio di aritmia o di sintomi specifici come quelli citati sopra, conviene sempre parlarne con il proprio Medico di famiglia, che valuterà la possibilità di rivolgersi allo specialista Cardiologo.

A cura di:

dott. Fabrizio Caravati 
Cardiologo

 

Sig.na Federica Baj
Giornalista

 

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