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Crosystem e Sport
03/03/2022

Oggi parleremo di fatica, cioè quella percezione a cui corrisponde un decremento dell’energia meccanica prodotta, e di come è possibile allenare la resistenza alla fatica, allo scopo di migliorare le performance sportive. Uno degli scopi dell’allenamento è aumentare la resistenza alla fatica. Tale obiettivo consente all’atleta di mantenere un alto livello di efficacia motoria e, tra l’altro, di ridurre il rischio di infortuni, la cui causa è spesso la fatica, che induce a commettere errori.

 

In passato si pensava che la fatica fosse dovuta essenzialmente all’esaurimento dei substrati energetici. In parole povere, finiva la “benzina”. Si è tuttavia capito che tale evenienza si verificava, in parte, solo negli “esercizi ad esaurimento”,  eseguiti peraltro molto raramente, in quanto la fatica tende a fermarci ben prima.

Per spiegare il calo di energia meccanica, nel corso del tempo sono state prese in considerazione anche altre sostanze, fra cui: gli ioni idrogeno, gli ioni potassio, i sali di ammonio, il fosfato inorganico.

 

 

 

La fatica può essere suddivisa fondamentalmente in due tipologie, a seconda delle cause che la provocano:

·       La fatica che origina dal sistema nervoso centrale (Fatica Centrale)

·       La fatica che origina dal muscolo (Fatica Periferica)

 

La Fatica Centrale è dovuta a un declino del comando nervoso che parte dal sistema nervoso centrale. I suoi meccanismi sono molto incerti, gioca un ruolo non indifferente lo stato psichico del soggetto. L’allenamento tradizionale certamente, sia pure in modo indiretto, è in grado di agire su questa componente.

La Fatica Periferica è oggi considerata la prima responsabile di quell’affaticamento che si protrae anche a distanza di uno o più giorni. Oggi si sa che questo problema nasce da un eccesso di contrazione eccentrica. Ogni movimento è reso possibile dall’azione dei muscoli agonisti (es. quadricipite per estendere la gamba), coadiuvati anche da muscoli antagonisti per stabilizzare l’articolazione (ad esempio il bicipite femorale nella corsa e durante la fase di spinta nel balzo). In tale situazione il quadricipite si contrae e si accorcia, mentre il suo antagonista, il bicipite femorale dell’esempio, si contrae un poco e viene forzatamente allungato (contrazione eccentrica).

 

 

 

Se la contrazione dell’antagonista non è adeguata, ovvero è eccessiva rispetto alla velocità e alla potenza del movimento, possiamo avere in ordine crescente di gravità:

·       Eccessiva spesa energetica (fatica precoce).

·       Perdita di forza, potenza e velocità.

·       Microlesioni nel muscolo che è andato in eccentrica, oggi ritenute responsabili dei dolori e della fatica muscolare “del giorno dopo” lo sforzo.

·       Distrazioni muscolari di vario grado.

 

 

Il grado di contrazione muscolare dell’antagonista è determinato dalla coordinazione motoria. Se troppo basso possiamo avere danni articolari, se troppo alto quanto sopra elencato. Più

precisamente, se il muscolo agonista deve lottare contro un’eccessiva contrazione del suo antagonista, dovrà spendere molta più energia per lo stesso movimento. Inoltre, la velocità diminuirà.

Come spiegato nel paragrafo precedente, un cattivo bilanciamento fra i muscoli agonisti/antagonisti determinerà prestazioni molto inferiori e un più rapido affaticamento. Il cattivo bilanciamento favorirà microlesioni, i cui prodotti tissutali liberati accentueranno il senso di fatica e la sua persistenza (lunghi recuperi).

Il corretto bilanciamento agonisti/antagonisti dipende dalla coordinazione motoria. L’allenamento sportivo ricerca proprio questa coordinazione, questa ottimizzazione del bilanciamento tra muscoli antagonisti. Il suo conseguimento garantisce un gesto atletico che spesso definiamo “fluido”. Sarà un movimento potente, veloce, preciso, non affaticante. Purtroppo tali allenamenti sono lunghi e i risultati molto variabili.

La coordinazione è un processo dettato dal sistema nervoso centrale. Il Cro®system agisce direttamente su quest’ultimo, ribilanciando il gioco agonisti/antagonisti.

 

 

 

Il risultato dell’utilizzo del Cro®system nell’allenamento è un aumento della resistenza alla fatica, della potenza e del lavoro totale esterno.

 

Il trattamento consiste nell’applicazione sui muscoli interessati di piccoli manipoli che gli trasmettono microvibrazioni meccaniche che, tramite speciali recettori presenti nel muscolo stesso, vanno a stimolare direttamente il sistema nervoso centrale. Si lavora solo sui muscoli principali: ad esempio nel calcio professionistico si agisce su quadricipiti, tricipiti surali, bicipite femorale.

 

Il trattamento è fortemente efficace negli sport caratterizzati da “stop and go” (calcio, sci, tennis, basket ecc.), molto meno in sport dove gli aspetti metabolici sono dominanti (maratona).

 

 

 

Il Cro®system va applicato per 30 minuti a muscolo  al giorno, per 3 giorni consecutivi. Gli effetti persistono per almeno 45 giorni. In sport non di contatto come il tennis o lo sci, gli effetti persistono indefinitamente.

 

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